Studi IntegraliL'uomo e la scienza

Il girotondo del tempo

«La corrente del fiume tirava forte, quel giorno. Sembrava quasi respirasse ansimando affannata. Plumbeo come il cielo, inquieto come l’animo dell’uomo che lo osservava, il Tevere scorreva inesorabile verso la sua foce in un perenne trasformarsi del futuro nel passato. Tutta l’acqua che fluiva sotto l’immaginaria linea che la vista dell’uomo aveva disegnato da un argine all’altro realizzava la magica metamorfosi del divenire in divenuto.» (tratto da “L’ombra di Pan“)

Il tempo è relativo all’osservatore.

Tuttavia, poiché esistono innumerevoli osservatori, a causa della gravità, della velocità e di altre variabili, non esiste un “passato, presente, futuro” universale ma tutti si sovrappongono, come sostenuto dalla Teoria Generale della Relatività di Einstein.

Poiché il tempo è relativo, si può giungere a postulare che il futuro possa influenzare il passato e possa essere vissuto nel presente a seconda del quadro di riferimento dell’osservatore. È infatti sufficiente prendere ad esame, ad esempio, la luna, “il sole e l’altre stelle“: dal nostro punto di vista, la luna che guardiamo è in realtà la luna di 1 secondo fa, proviene dal passato, così come il sole è un sole di 8 minuti prima. Osservando la stella più vicina (Alpha Centauri) ciò che vediamo è un’immagine di 4.3 anni fa, tanti quanti ne occorrono alla luce per giungere fino alla Terra da una stella distante 4.3 anni luce.

Se ci troviamo di fronte a uno specchio distante 1 metro da noi, vediamo come era la nostra immagine circa 6 nanosecondi fa: stiamo fissando il passato. L’immagine nello specchio è sempre più giovane di noi, come se gli specchi fossero una porta verso il passato, anche se l’immagine del passato che vediamo è vissuta poi nel presente.

Tuttavia, sebbene provengano dal passato, le immagini sono nel futuro – rispetto a un osservatore – fino a quando non giungono nel presente. In altri termini, un raggio di luce che ha appena lasciato il sole non giungerà sulla Terra se non nel futuro, 8 secondi da questo momento. Durante questi 8 secondi il raggio di luce – per un osservatore terrestre – è ancora nel futuro mentre relativamente al sole è già nel passato.

Se il futuro esiste già e se particelle o informazioni luminose possono arrivare nel presente dal futuro prima che vengano percepite, questo, unito all’entanglement (i), può confondere la causa con l’effetto, mentre è il futuro che sta causando e influenzando il presente.

Il passato può essere il futuro ed entrambi possono esistere prima che arrivino nel presente, solo per diventare di nuovo il passato, creando così un “cerchio di tempo“, un perenne trasformarsi del futuro nel passato. Innumerevoli futuri, presenti e passati esistono simultaneamente anche se in luoghi diversi nello spazio-tempo, tutti in movimento.

Nel suo studio “The Time Machine of Consciousness” (Cosmology, 2014), il neuropsicologo Rhawn Gabriel Joseph ritiene che: «se il tempo ha una funzione d’onda ed è un aspetto integrale del continuum quantistico che si estende in tutte le direzioni, non solo il futuro sarebbe collegato al passato come unità, ma la mente cosciente (con la sua funzione d’onda) sarebbe collegata al futuro e al passato, tenendo così conto delle premonizioni e delle anticipazioni di ciò che accadrà; e questo perché ciò che accadrà è già avvenuto. Il futuro è ‘entangled’ e causa la premonizione. E, altrettanto probabile, la premonizione può causare il futuro a causa dello stesso entanglement

E – altrettanto probabile – la premonizione può causare il futuro a grazie a un entanglement o a quelle “coincidenze significative” così attentamente studiate da Jung e W. Pauli (ii).

Se una stella, un astronauta o una macchina spazio-temporale si avvicinassero a un buco nero supermassiccio al centro di una galassia, accelererebbero verso “l’orizzonte degli eventi” alla velocità della luce, essendo l’orizzonte degli eventi il punto di non ritorno, il vortice che forma la bocca del buco. L’orologio del viaggiatore del tempo avanzerebbe sempre più lentamente e la luce che si trascinava dietro diventerebbe più rossa all’avvicinarsi all’orizzonte degli eventi. Tuttavia, dal punto di vista del viaggiatore, il tempo continuerebbe come prima. Una volta catturati dalla presa gravitazionale del vortice che ruota attorno all’orizzonte degli eventi, la stella, l’astronauta o la macchina spazio-temporale avrebbero una velocità pari a quella della luce. Il tempo si fermerebbe. Sarebbero catturati e tenuti nella morsa di ciò che potrebbe essere meglio descritto come un “eterno adesso“. La luce non potrebbe più sfuggire e l’esterno del buco apparirebbe nero, mentre l’orizzonte degli eventi sarebbe illuminato da una luce intensa (iii).

Secondo Rahwn Gabriel Joseph, la coscienza del “presente” potrebbe essere paragonata a un orizzonte degli eventi illuminato dalla luce. Il presente, l’eterno adesso, è l’illuminazione dell’orizzonte degli eventi della coscienza alla velocità della luce. Da un lato l’orizzonte degli eventi di “ora” sarebbe il futuro, e dall’altro il passato.

A volte l’associazione e la classificazione di un evento come primo o secondo in arrivo, o come “causa” e l’altro un “effetto”, rappresentano poco più che illusione, come dimostrato dall’entanglement quantistico e dall'”azione spettrale a distanza“. Se il tempo è un cerchio e – a causa dell’entanglement – ci sono “effetti” senza alcuna “causa” apparente, una possibile conseguenza del futuro che influenza il presente potrebbe essere la mente cosciente che sperimenta una premonizione.

Secondo la relatività il tempo è una dimensione, come lo spazio, nella quale ci muoviamo alla massima velocità pur rimanendo spazialmente fermi. Da un punto di vista prettamente matematico, il tempo si comporta come lo spazio, a meno di una costante pari alla velocità della luce nel vuoto. (Minkovski, 1907). Nel 1949 il noto matematico austriaco Kurt Gödel presentò una soluzione alle equazioni di campo di Einstein. Secondo la soluzione di Gödel, a causa della curvatura dello spazio-tempo una particella che viaggia attraverso lo spazio potrebbe passare dal presente al futuro, per poi continuare a girare intorno e incontrarsi nel passato; e dal passato quella particella continuerebbe a girare incontrando nuovamente il futuro e dal futuro viaggerebbe di nuovo fino nel passato; uno schema che si ripete all’infinito. Gödel ha sostenuto: “dato che lo spazio-tempo è curvo, il futuro e il passato possono anche essi curvare e girare intorno, completando così il cerchio che poi continuerebbe in un ciclo infinito“. Il cerchio del tempo.

Un’onda di luce dalla Terra impiega 4.2 anni luce per raggiungere Proxima. Tuttavia, poiché non verrà ricevuta su quella stella se non dopo 4.2 anni, giungerà a Proxima in una data futura. L’onda luminosa della Terra è nel futuro relativamente agli osservatori su Proxima, sebbene provenga dal passato rispetto a quelli sulla Terra. Allo stesso modo, le immagini di luce che hanno appena lasciato Proxima provengono dal passato di Proxima ma non arriveranno sulla Terra fino a un giorno del loro futuro. Il futuro e il passato sono relativi. Questa concezione del tempo è del tutto coerente con le teorie della relatività di Einstein e le equazioni dell’elettromagnetismo di Maxwell.

Il passato e il futuro esistono simultaneamente in luoghi diversi e sovrapposti nello spazio.

Non esiste un “adesso” universale e ci sono innumerevoli passati, presenti e futuri che divergono sempre più all’aumentare della distanza da ogni particolare osservatore. Il tempo è relativo e lo stesso si può dire del futuro e del passato, che rimane solo approssimativamente e generalmente simile rispetto agli osservatori che condividono gli stessi quadri di riferimento locali. Solo quando i sistemi di riferimento sono condivisi localmente, gli osservatori possono concordare cosa è accaduto per primo e per ultimo, cosa è nel passato e cosa è ancora nel futuro.

Sono ormai numerosi gli esperimenti effettuati nell’ambito della fisica quantistica che dimostrano come misurazioni effettuate nel futuro possano influenzare il presente (iv) (v). Secondo questi esperimenti, l’entanglement tra due fotoni può essere dimostrato ancor prima che il secondo fotone esista; “Una manifestazione della non località della meccanica quantistica non solo nello spazio, ma anche nel tempo” (Megidish et al, 2013). In altre parole, un fotone può entrare in entanglement con un altro fotone prima ancora che quel fotone venga creato, prima ancora che esista. Anche dopo che il primo fotone cessa di esistere e prima che il secondo fotone venga creato, entrambi generano un entanglement anche se non vi è alcuna sovrapposizione nel tempo.

Secondo Gabriel Joseph, gli stessi principi possono essere applicati ai fenomeni coscienti, inclusa l’esperienza del deja vu e delle premonizioni; vale a dire, vivere l’esperienza di un evento ancor prima che si verifichi. In effetti, si potrebbe dire lo stesso di sentimenti come “ansia” per ciò che può accadere prima che accada, o processi di pensiero logico per prevedere ciò che accadrà prima che accada – tutto ciò può essere reso possibile non dall’anticipazione ma dal futuro che avrà effetto sul presente. “Le premonizioni e l’entanglement sono una dimostrazione di come il futuro possa esistere ancor prima che diventi presente“.

Pertanto, non esiste un unico orologio cosmico che scandisce la vita dell’universo. Ogni oggetto dell’universo ha il suo tempo che scorre, diversamente da ciascun altro. Fisici e filosofi sono giunti alla conclusione che l’idea di presente comune per tutto l’universo sia solo un’illusione e che considerare il tempo come un flusso che scorre sia una generalizzazione che non funziona.

D’altronde, Il tempo tecnologico è un tempo misurato. Il tempo umano è invece percepito e vissuto secondo canoni completamente diversi.

Per dirla come Martin Heidegger, l’uomo “abita il tempo“. Tuttavia questo “abitare” potrebbe scaturire solo da una nostra immagine ancora sbiadita e sfocata del mondo.

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i V. Vedral, MB. Plenio, MA. Rippin, PL Knight – Quantifying entanglement – Physical Review Letters 78

ii F. Marzocca, “Incontro tra Jung e Pauli“, Ed. Mythos 2011

iii Brill, Dieter (2012). “Black Hole Horizons and How They Begin“. The Astronomical Review.

iv Matthew S. Leifer and Matthew F. Pusey, “Is a time symmetric interpretation of quantum theory possible without retrocausality?“, The Royal Society 2017

v Yakir Aharonov, Eliahu Cohen, Avshalom C. Elitzur, “Can a Future Choice Affect a Past Measurement’s Outcome?“, Cornell University 2012

 

Un pensiero su “Il girotondo del tempo

  • Serafino Vernucci

    Quindi quando i nostri bravi ecclesiastici ci suggestionavano sul nostro destino ultimo dopo la morte e parlavano di eternità dagli altari……erravano che è un tempo che non finisce mai…..ma invece con esattezza semmai che e’ che il tempo non esiste…..anche se è esatto dire pure cosi’…….ma occorre approfondire…..
    Ma erano in buona fede…..non erano fisici…..

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